Guide Zero Waste

VADEMECUM PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Sul nostro sito abbiamo parlato delle strategie principali per imparare a ridurre i nostri rifiuti, partendo dal perché ridurli e come riutilizzarli, mentre in questa guida abbiamo condiviso 10 semplici passi per diminuire il nostro impatto ecologico sul Pianeta.

In questo post vediamo invece come comportarci quando non è proprio possibile riutilizzare o riparare un oggetto… in parole povere, quando ci ritroviamo davanti al bidone della spazzatura, e magari ci viene il dubbio: “E questo, dove lo butto?”

Non sempre si hanno le idee chiare sulla raccolta differenziata, forse perché ogni Comune ha le proprie regole sulla raccolta dei rifiuti… va detto però che esistono comunque delle linee guida generali valide in tutto il territorio, oltre ad alcuni strumenti come app per cellulari e tabelle che indicano i codici di riciclaggio, come vedremo di seguito.

In questo vademecum per la raccolta differenziata trovate alcuni degli scivoloni più frequenti sulla differenziata, suddivisi per tipo di materiale (carta, plastica, vetro, umido), consigli per sostituire alcuni rifiuti comuni con alternative sostenibili, alcuni strumenti utili come app per cellulari e tabelle dei codici, con i loro pro e contro. Buona lettura!

Iniziamo dalla CARTA. Carta, cartone e cartoncino possono vivere quasi all’infinito, ma NON tutti i tipi di carta sono riciclabili.

Ecco cosa NON va gettato nel contenitore della carta:

scontrini (la carta degli scontrini è di tipo termico e contiene biosfenolo A, che pare essere nocivo per l’uomo*, quindi non può essere riciclata): vanno nell’indifferenziata;
– carta sporca di cibo (es. cartone della pizza): va nell’umido;
In questo caso è possibile ritagliare la parte sporca di residui di cibo buttandola nell’umido e gettare la parte incontaminata nella carta;
– vecchie fotografie e carta fotografica;
– carta sporca di terra: va nell’umido;
carta da forno (la maggior parte della carta da forno in commercio è impermeabile, in quanto è rivestita da silicone oppure ottenuta con un bagno a base di agenti chimici come l’acido solforico): va nell’indifferenziata.
NB: occhio all’etichetta! Oggi esiste in commercio un tipo di carta forno biodegradabile e compostabile. In questo caso se la carta forno è pulita può essere gettata nella carta; se è sporca di cibo può essere gettata nell’umido.
fazzoletti di carta (la maggior parte dei fazzoletti è ‘anti-rottura’ e risulta difficile da riciclare): vanno nell’indifferenziata.
Una facile soluzione zerowaste è utilizzare tovaglioli e fazzoletti di stoffa, come facevano le nostre nonne. Si tratta di un’abitudine semplice da introdurre e alla portata di tutti… e l’ambiente ringrazierà 😊
– sacchetto di plastica (anche se biodegradabile) in cui vengono trasportati i rifiuti di carta: una volta svuotata la carta nel contenitore apposito, è possibile riutilizzare il sacchetto oppure se fosse rotto va gettato nella plastica (se di plastica) o nell’umido (se biodegradabile).
Una facile soluzione zerowaste è utilizzare borse riutilizzabili in tessuto, magari ottenute con vecchie magliette (ecco un semplice tutorial per imparare a realizzarle) 😊
– Inoltre è buona norma appiattire i contenitori prima di gettarli (per es. scatole e scatoloni)

FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
– i post-it vanno nella carta, nonostante abbiano una parte adesiva, almeno stando alle indicazioni di Comieco sulla differenziata. Questo perché si tratta di colla solubile in acqua.

E il tetrapack? In alcuni Comuni va nella carta, ma NON in tutti. A questo link potete controllare dove buttarlo nel vostro Comune (il sito è dedicato esclusivamente al tetrapack e rispettiva modalità di differenziazione suddivisa per tutti i Comuni d’Italia). Inoltre, se la confezione presenta il tappo in plastica, è bene separarlo e gettarlo nella plastica.

Per eventuali altri dubbi sullo smaltimento corretto della carta, consiglio di consultare il sito di Comieco, il consorzio che si occupa del riciclo della carta in Italia.

Cosa non va gettato nella PLASTICA:

– DVD (inclusa la custodia): vanno nell’indifferenziata;
– tubo da irrigazione rotto: va nell’indifferenziata;
– guanti in gomma o lattice: vanno nell’indifferenziata;
– assorbenti/pannolini: vanno nell’indifferenziata (a meno che non acquistiate assorbenti/pannolini compostabili).
Un’alternativa più sostenibile ai comuni assorbenti può essere la coppetta mestruale, oppure gli assorbenti lavabili; alternativa ai pannolini usa e getta: pannolini lavabili 🙂
– dal 2012 piatti e bicchieri di plastica monouso possono essere buttati nella plastica, mentre NON vanno buttati nella plastica le posate usa e getta e piatti e bicchieri in plastica durevole (cioè non usa e getta);
– rasoi usa e getta in plastica: vanno nell’indifferenziata. Invece, quelli elettrici non più funzionanti sono considerati RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e vanno portati nelle isole ecologiche.
Una soluzione zerowaste sono i rasoi di sicurezza, che durano una vita, e per i quali si trovano lamette che vengono vendute in scatoline di cartoncino.
– giocattoli, secchielli, ciabatte, canotti, palloni, occhiali, biro, pennarelli, borracce, quando sono rotti e non possono essere riutilizzati: vanno gettati nell’indifferenziata.
– bombolette spray: ne esistono di due tipi! Se sull’etichetta c’è il simbolo ‘Tossico’ o ‘Infiammabile’ sono da considerarsi RUP (Rifiuti Urbani Pericolosi) e vanno quindi portati all’isola ecologica. Diversamente, se non hanno questo simbolo, possono essere gettate nella plastica.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE…
Riguardo alle bottiglie di plastica, uno dei rifiuti purtroppo più comuni, perché vengano smaltite correttamente sono necessari 4 semplici gesti:
1) bisogna appiattirle (in modo che risultino lunghe e piatte) e NON schiacciarle/accartocciarle su se stesse (altrimenti la macchina selezionatrice in discarica non le riconosce);
2) vanno svuotate dal contenuto (ma non è necessario lavarle!);
3) il tappo va avvitato, perché possa essere riciclato, in caso contrario i tappi verranno scartati dalla macchina;
4) infine, NON è necessario togliere etichette o altro dalle confezioni, perché questa operazione viene effettuata in discarica.
L’alternativa zerowaste alle bottigliette è molto semplice e alla portata di tutti: portare sempre con sé una borraccia ricaricabile per quando si è fuori casa, oppure, quando siamo a casa, utilizzare bottiglie ricaricabili in vetro 🙂 E se l’acqua del rubinetto fosse terribile? Esistono in commercio dei filtri compostabili da applicare direttamente al rubinetto.

Riguardo ai tappi in plastica delle bottiglie è possibile inoltre donarli ad associazioni benefiche. In questo articolo trovate le principali associazioni sparse sul territorio nazionale e i relativi progetti che si possono sostenere grazie a questa semplice azione.

Cosa NON va gettato nel VETRO:
– lampadine a incandescenza e alogene: vanno nell’indifferenziata;
– lampadine fluorescenti e a LED (sono considerate RAEE, ovvero Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche e quindi vanno portati negli ecocentri. Occhio perché le lampadine fluorescenti contengono mercurio e sono quindi considerate anche RUP, ovvero Rifiuti Pericolosi!);
– specchi (sono fatti di un materiale composto che contiene metallo, solitamente argento o alluminio): vanno nell’indifferenziata;
– bicchieri o stoviglie in cristallo (contengono piombo): vanno nell’indifferenziata;
– piatti e stoviglie in ceramica e porcellana: vanno nell’indifferenziata.

Cosa NON va gettato nell’UMIDO

– indumenti: se in buone condizioni si possono buttare negli appositi cassoni per la raccolta d’indumenti. Viceversa, qualora fossero danneggiati, vanno buttati nell’indifferenziata.
– legno trattato con prodotti chimici;
– olio esausto: va portato all’isola ecologica.
– mozziconi di sigaretta: vanno nell’indifferenziata.
– setole degli spazzolini in bambù: occhio all’etichetta, perché non tutte sono compostabili 😉

 

CODICI DI RICICLAGGIO:

Facciamo chiarezza sui codici di riciclaggio, perché se è vero che possono tornare utili, in realtà non sono la soluzione definitiva…
Questi codici sono un aiuto valido per capire di che materiale è composto un determinato oggetto e quindi individuare più facilmente dove buttarlo. Tuttavia, NON tutte le confezioni riciclabili riportano tali codici, in quanto il loro impiego è volontario e non obbligatorio.
Inoltre, nonostante i materiali su cui compaiono tali simboli siano tutti teoricamente riciclabili, per alcuni di essi i processi di recupero e di trasformazione risultano alquanto difficoltosi e quindi economicamente svantaggiosi, quindi occorre comunque verificare sul sito del proprio Comune se questi imballaggi vengono o meno riciclati.

Su questo sito trovate i vari codici di riciclaggio.

APP PER CELLULARE:

Tra le più usate vi segnaliamo Junker.
PRO: Junker è un’applicazione gratuita che ti localizza al primo accesso e quindi, sapendo in che Comune ti trovi, ti dà le informazioni relative al modello di raccolta differenziata di quella zona. Se ti sposti, basta rilocalizzarti e Junker ricalibra le info sulla nuova zona.
In pratica Junker riconosce i prodotti uno per uno grazie al codice a barre (nel suo database sono presenti oltre 1 milione di prodotti). Scansionando il codice a barre di un prodotto da gettare, Junker lo riconosce, lo scompone nelle materie prime che lo costituiscono e indica in quali bidoni vanno gettate le varie parti nella propria zona.
Se non ci fosse il codice a barre, si può scrivere di che oggetto si tratta, e junker individua dove buttarlo.
CONTRO: questo strumento può essere una soluzione valida, ma non alla portata di tutti, in quanto dipende dal grado ‘tecnologico’ di una persona.

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Che dite, avete trovato questo post utile a sciogliere i dubbi o c’è ancora qualcosa che vi fa chiedere: ‘E questo, dove lo butto?’ Qual è la vostra esperienza con la raccolta differenziata?

3 thoughts on “VADEMECUM PER LA RACCOLTA DIFFERENZIATA”

  1. nonostante da che ho memoria a casa mia si è sempre fatta la differenziata ancor prima che diventasse obbligatoria, mi stampo questa lista così son sicura di fare tutto giusto:D

    1. Ciao Giulia, siete davvero avanti complimenti!!
      Anche a casa mia si è sempre fatta, ma solo ora mi sono resa conto di alcune cose che davo per scontate e invece sbagliavo, per esempio non avevo idea che i post-it si potessero buttare nella carta, o che il tetrapack può essere considerato ‘carta’ solo in certi Comuni 😛

  2. Attenzione che ci sono in commercio carte forno vendute come “compostabili”, quando invece contengono silicone!

    Vedi ad esempio la marca Ecor: https://www.macrolibrarsi.it/prodotti/__carta-forno-natural-12-metri.php?pn=2314
    che nella descrizione prodotto non lo specifica.
    Chiedendo al loro Servizio Clienti rispondono a maggio 2021:
    “il nostro Ufficio Qualità conferma che la Carta da forno rotolo 12 mt Ecor non contiene quilon (vietato in Europa) o fosfati ed è sottoposta ad un processo di siliconatura superficiale.”
    Quindi contiene silicone! Come facciano a dichiararla compostabile è un mistero.

    Deve esserci esplicitamente scritto “senza silicone”, altrimenti al 99% c’è.

    Per ora di carte forno serie e veramente compostabili senza silicone, ho trovato solo una marca francese: “Ah Table” (che si fa un pò fatica a trovare in Italia).

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