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L’albero di Natale: una questione spinosa

Vi siete mai chiesti quale sia l’impatto ambientale del Natale?

Uno studio recente ha evidenziato che nel periodo natalizio le emissioni di CO2 aumentano del 6% circa e che in soli tre giorni di festività natalizie si consuma il 5,5% della nostra impronta CO2 annuale! Tra regali, viaggi e fastosi banchetti sono molte le tradizioni che concorrono a questo bilancio.

Oggi però, vi vogliamo parlare dell’impatto di uno dei simboli più cari agli amanti del Natale: l’albero. Nel farlo, tratteremo anche dell’annosa questione: albero vero o finto?

Potrebbe risultare naturale pensare che riusare un albero di plastica sia meglio che ridurne uno naturale in compost anno dopo anno. Tuttavia, gli studi concordano sul fatto che un abete vero sia generalmente più sostenibile per due motivi:

  • da un lato le emissioni di CO2 associate alla produzione di un albero sintetico sono tra le 5 e le 20 volte più alte rispetto a quelle di un abete vero,
  • dall’altro gli alberi sintetici sono prodotti con un indissolubile (non riciclabile) mix di PVC, poliuretano e ferro quindi, una volta gettati, sono destinati a passare qualche centinaio di anni in discarica.

Gli alberi veri d’altra parte hanno comunque un impatto ambientale. Ogni Natale in Europa una cifra stimata tra i 50-60 milioni di abeti vengono abbattuti per poi essere gettati dopo poche settimane.

Sebbene durante la crescita le piantagioni di alberi di Natale in parte favoriscano l’ambiente assorbendo CO2 dall’aria e nitrogeno dal terreno, questo processo implica anche uno spreco di terreno, di risorse idriche e di fertilizzanti e pesticidi che sono nocivi per la biodiversità e per la ricchezza del suolo. A fine del suo ciclo di vita un albero di Natale vero avrà potenzialmente emesso più CO2 di quella assorbita, questo perché parte della CO2 assorbita dall’albero in vita viene gradualmente rilasciata nell’atmosfera dopo il taglio e in parte per via delle emissioni generate dal metodo di coltivazione e dal trasporto dell’albero.

Se queste monocolture lasciassero il posto a veri e propri boschi ne guadagnerebbe il clima e la biodiversità.

Ma come fare per chi non volesse rinunciare alla tradizione?

Ad oggi in alcune serre è possibile scegliere un abete vero con radici, in vaso o in zolla, che potrà essere riutilizzato per più anni o trapiantato in giardino, anche se le probabilità che la pianta attecchisca sono mediamente basse, considerato lo shock termico e fisico del periodo delle feste. Alcuni negozi inoltre vendono piantine di abete da far crescere in vaso o in giardino e da accudire anno dopo anno. Questa opzione rappresenta un’occasione per insegnare ai bambini i tempi della natura.

albero sostenibile

Crediti immagine: Themerrythought.com

Per chi non avesse un giardino si presenta un’opportunità per darsi al bricolage creativo. Tra sagome di abete ritagliate nel cartone, piramidi di libri e scalette a pioli, si possono trovare online moltissimi spunti per crearsi una base da adornare con quel che si ha in casa o con materiali di recupero.

Crediti immagini: Antonella Merlo e thewhimsicalwife.com

Se invece l’estetica dell’albero di Natale non vi importasse più di tanto, potreste comunque contribuire con un gesto simbolico, piantando un albero tramite servizi offerti da aziende quali Treedom, o Forestaction o facendo una donazione al Fondo Italiano per la Biodiversità o a WWF Italia per esempio.

E per chi proprio per quest’anno non potesse fare a meno dell’albero tradizionale, ricordiamoci che:

  • È più sostenibile riutilizzare il vostro albero di plastica, nel caso l’aveste già, rispetto a comprarne uno nuovo, vero o finto che sia.
  • Se scegliete un albero vero, il consiglio è ricorrere all’opzione chilometro zero, rifornendovi da vivaisti locali possibilmente che rispettino il disciplinare dell’agricoltura biologica, che non fa ricorso a fertilizzanti chimici e pesticidi di sintesi. A garantire ulteriormente la filiera sono poi i marchi di certificazione ambientale come il Forest Stewardship Council e il Pan European Forest Certification, che garantiscono il rispetto di norme e prescrizioni di coltivazione ambientalmente sostenibili.
  • Passato il Natale potrete ridurre l’emissione di gas a effetto serra del vostro abete naturale fino al’80% bruciandolo o buttandolo nell’impianto di compostaggio comunale (evitando la formazione di gas metano che si verificherebbe se gettato in discarica).

Infine una considerazione sulle decorazioni: anche in questo caso consigliamo di prediligere decorazioni in materiali naturali a ornamenti in plastica difficilmente riciclabili. Prendendo spunto dalla tradizione contadina, si potrebbero utilizzare mandarini, frutta secca, arance essiccate o cioccolatini. Vi invitiamo a leggere la nostra guida sui decori natalizi.

Secondo il teologo Oscar Cullmann la tradizione dell’albero di Natale nascerebbe in quanto l’abete, che non perde le foglie nemmeno nei mesi freddi, rappresenterebbe il simbolo del rinnovarsi della vita. Tuttavia, in questo nostro pianeta malato, in cui si perde un’area di foresta grande quanto un campo da calcio al secondo, il simbolismo di un albero tagliato potrebbe, ad una riflessione più ampia, risultare in contraddizione con l’intento originario di questa tradizione.

Vi invitiamo pertanto a reinventarla e a condividerla con noi su Instagram e Facebook, usando gli hashtag #nataleconlarete e #alberodellarete.

Articolo scritto in collaborazione con Anita. Crediti foto copertia: Roman Kraft su Unsplash.

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