Guide Zero Waste, Vario

Il caffè può essere zero waste?

Espresso, cappuccino, lungo, macchiato… Il caffè, si sa, occupa un posto speciale nel cuore della maggior parte di noi , ma quanto sappiamo del suo impatto ambientale?

Come il più etico e sostenibile dei prodotti, anche il caffè ha una sua impronta e questo articolo, senza avere la pretesa di essere esaustivo, prova ad offrire spunti e riflessioni affinché chiunque legga possa trovare le soluzioni  più adatte a sé.

Da sempre come Rete Zero Waste crediamo che il percorso sostenibile sia tutt’altro che perfezione e che si basi su informazione, consapevolezza e scelte personali.

Ecco perché è importante conoscere qualche dato:

PROVENIENZA E PRODUZIONE:

Questo piccolo estratto dal “SERI, 2011” mette in luce il consumo di risorse del caffè che consumiamo noi italian*:

“È un prodotto ad alta intensità d’acqua e di energia. Le stime sono basate su calcoli relativi al caffè proveniente dal Brasile nelle due forme comuni di caffè verde e  tostato. 1 kg di caffè tostato causa 10 kg di emissioni di gas serra e richiede circa 4 metri cubi di acqua e 17 kg di materiali abiotici.

Le importazioni italiane di caffè causano le missioni di circa 4 Mt di CO2 richiedono 0,7 Mt di materiali biotici, 6,5 Mt di materiali abiotici e 1400 milioni di metri cubi d’acqua (3, 4% del totale delle importazioni).
La terra necessaria, 1,6 milioni di ettari/anno – più della superficie dell’intera Calabria – rappresenta il 2,2% del “fardello” complessivo delle importazioni italiane relativo a questa categoria. Le emissioni di CO2 sono al 1,43% di quelle riconducibili all’insieme delle importazioni italiane. [..]”

Ma chi “non può vivere senza caffè” è bandito quindi dal club degli ecologisti? Assolutamente no!
Ci sono tantissimi diversi accorgimenti che possiamo scegliere di seguire per berci una bella tazzina di caffè zw:

QUANTITA’:

Rifiutare e Ridurre restano sempre al primo posto tra le 5 R; quante tazzine beviamo al giorno? Ridurne il numero può fare al caso nostro?

QUALITA’:

Se non possiamo scegliere locale perché in Italia il caffè non viene coltivato, allora una buona alternativa è sostenere progetti equosolidali e biologici che si prendono cura dell’ambiente e dei lavoratori!

PREPARAZIONE:

Dopo la “R” del rifiutare viene quella del riusare: nella preparazione del caffè è bene usare ciò che abbiamo già in casa, che sia la moka o una macchinetta, buttarlo via per cercare alternative più sostenibili sarebbe uno spreco.
Nel caso in cui la nostra macchina del caffè necessiti di cialde, è possibile acquistare quelle in acciaio riutilizzabili da riempire con la polvere ed evitare così le usa e getta.
Se si rompe e non riusciamo ad aggiustarla, possiamo trovare una sostituta nei numerosi negozi dell’usato, presenti anche nella mappa della ReteZeroWaste .
Inoltre se per qualche motivo la nostra amata moka si danneggia, niente panico: persino nei supermercati è possibile trovare i pezzi di ricambio!

CONFEZIONE:

Da non sottovalutare è anche l’involucro del prodotto che acquistiamo, spesso il caffè in polvere viene venduto in pellicole non riciclabili o in plastica usa e getta.
Per fortuna la tradizione italiana ha portato all’apertura di tanti negozietti specializzati chiamati torrefazioni, dove viene macinato al momento e venduto sfuso.
Queste realtà, assieme a veri e propri negozi sfusi, sono visualizzabili nella mappa della ReteZeroWaste!

FUORI CASA:

Per la scuola o il lavoro, la scelta più semplice è portarsi il caffè già pronto in un contenitore termico così da poter evitare qualsiasi tipo di rifiuto, risparmiare soldi ed essere sicur* della qualità del prodotto.
Se nei posti che frequentiamo ci sono i distributori automatici, potremmo contattare chi di dovere per suggerire quelli con caffè equosolidale e con tazzine in carta compostabile o ancora meglio che permettono di usare la propria tazza riutilizzabile.
Al bar si potrebbe chiedere che tipo di caffè usano, evitare il latte vaccino preferendo quello vegetale e richiedere zuccheriere invece che le bustine modo dose.

RIUTILIZZO:

Secondo l’economia circolare niente è rifiuto e tutto è risorsa, ecco dunque che anche i fondi di caffè possono essere riutilizzati per ben nove altri utilizzi, ne conoscete altri?

Tanto sono diversi i nostri percorsi, tante sono le possibilità di scelta che abbiamo di fronte a noi per fare qualcosa per l’ambiente e non solo. In comune abbiamo l’imperfezione, la voglia di imparare e di migliorarci.
Con la speranza che abbiate scoperto qualcosa di nuovo, vi invitiamo a scriverci nei commenti se conoscete altre informazioni e soluzioni ecologiche su questa famosa bevanda… facciamo Rete assieme!

ah.. e buon caffè!

4 thoughts on “Il caffè può essere zero waste?”

  1. Grazie per i suggerimenti sempre utili, a volte nella quotidianità purtroppo ci facciamo prendere dalla fretta e non pensiamo che le nostre azioni hanno sempre un impatto ambientale. Perciò regola numero uno cominciare da piccoli passi e cercare una continuità.

    1. Verissimo! Ciascun* di noi nel proprio piccolo ha un grande potere! Non servono grandi gesti, la chiave sta proprio nel scegliere un’azione e farla diventare abitudine! Grazie per aver commentato.

  2. Ci penso spesso: parliamo tanto di consumare locale ma poi caffè e cacao vengono dall’altra parte del mondo. Io non bevo quasi mai caffè e non compro mai cacao o cioccolato, ma come ogni cosa, creo basti il buon senso e l’equilibrio. Grazie per l’articolo

    1. Grazie a te per aver commentato! Ormai è difficile trovare prodotti, alimentari e non, che non provengano da parti lontane del mondo e non tutt* riusciamo a farne a meno ma, come dici tu, ora si parla tanto di prodotti come avocado, quinoa ecc ma non si parla spesso di ciò che è nella tradizione italiana da molto tempo anche se non sono prodotti del territorio. Consapevolezza prima di tutto!

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