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Prendersi cura dei capi per farli durare di più

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Allungare il ciclo di vita degli oggetti è il principio alla base del concetto di economia circolare.

Un gesto di cura e rispetto che può essere applicato anche ai capi che indossiamo. Gesti che dovrebbero essere naturali, specie se i vestiti che possiedi sono quelli che usi spesso, che indossi con piacere, che hai scelto con cura e che di conseguenza vuoi che durino per lungo tempo.

Per stilare la lista di questi 7 consigli per la cura dei capi, ci siamo affidatɜ ai preziosi suggerimenti di Daniel, designer che ha studiato Modellismo dell’abbigliamento presso lo IED di Venezia e creatore di Mioman Lab.

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1. Prevenzione

Le macchie di cibo o altro, se trattate subito non si trasformano in aloni. Piccoli buchi possono essere cuciti (o decorati con un ricamo) prima di diventare strappi. I bottoni allentati possono essere ricuciti prima di perderli.

2. Asciugatura dei capi

Il sole è un’ottima fonte di calore e disinfezione dei nostri capi lavati, ma attenzione a non esporvi per troppo tempo le fibre più sensibili, come quelle che hanno subito interventi di colorazione, la lana e la seta. Di norma, spostare i propri capi in luoghi ombreggiati e ventilati dopo qualche ora di sole è sempre la scelta migliore. Un altro consiglio utile riguardo questo processo è quello della stesura in piatto o orizzontale: i capi di maglieria infatti, realizzati in qualsiasi fibra, tendono ad allungarsi seguendo la gravità se stesi in verticale, questo perchè la maglia rispetto all’intreccio ortogonale dona al tessuto una maggior elasticità e quindi la possibilità di “espandersi”. Se possibile sarebbe ideale stendere i capi usando lo stendino. L’asciugatrice seppur comoda è più aggressiva sui tessuti e tende a rovinare le fibre indebolendone la trama1. Almeno in estate, per dare tregua ai vestiti, l’alternativa è l’asciugatura all’aria.

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3. Dopo il lavaggio a mano

Quando abbiamo lasciato in ammollo i nostri capi più delicati e ci prepariamo a stenderli per l’asciugatura è bene tenere un asciugamano in cotone a portata di mano. La nostra strizzatura a mano infatti spesso è troppo energica per la “salute” delle fibre, per prevenire questo problema è sufficiente posizionare il capo bagnato sull’asciugamano e arrotolarlo al suo interno con lieve pressione lasciando che assorba l’acqua in eccesso.

4. Stiraggio

Su questo argomento generalizziamo per il bene comune: stira sempre i capi al rovescio.

Molte fibre, tra cui la lana e viscosa, una volta venute a contatto con il ferro caldo acquistano una cosiddetta lucidità che purtroppo non perderanno più. Controlla sempre l’etichetta dei tuoi capi o le impostazioni del ferro da stiro quando sei in dubbio. Inoltre con fibre molto leggere o delicate come la seta puoi anche tenere un fazzoletto in cotone da porre tra il tessuto ed il ferro da stiro.

5. Lavaggio

I lavaggi di capi sintetici sono la primaria fonte di inquinamento delle microplastiche2, contributendo per il 35% al rilascio mondiale di microplastiche. Oltre a consultare sempre l’etichetta dei tuoi capi prima di lavarli, ricorda che i lavaggi a 30 gradi sono il segreto della lunga vita per i tuoi capi! Mantieni le temperature più alte ai carichi di cotone, specialmente a lenzuola e asciugamani. I vestiti possono essere indossati più volte prima di essere lavati. Per mantenerli sempre freschi, puoi appenderli a fine giornata su una gruccia per lasciarli arieggiare qualche ora. Lavaggi meno frequenti consentono di rallentare il deterioramento delle fibre.

  • Il detersivo: dosi maggiori di detersivo non si traducono automaticamente in un bucato più pulito. Spesso è sufficiente una quantità inferiore a quella raccomandata sulla confezione per risultati soddisfacenti. Un eccesso di detersivo può lasciare aloni e residui sui tessuti e causare macchie o addirittura irritazioni cutanee3. Anche detersivi troppo aggressivi – oltre a nuocere la l’ecosistema marino una volta sceso nello scarico – non sono l’ideale. Meglio quelli formulati con tensioattivi delicati e possibilmente se acquistato alla spina.
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  • Ammorbidente alternativo: l’ammorbidente può essere facilmente sostituito con del semplice acido citrico (un cucchiaio da aggiungere direttamente al cestello della lavatrice). È inodore ed è un ottimo ingrediente anche come anticalcare e brillantante. Altra alternativa per rendere i capi più morbidi al tatto è lavare a temperature più basse e stirarli quando sono ancora un po’ umidi.
  • La retina: per prendersi cura dell’abbigliamento intimo la retina è molto utile. Si tratta di una specie di sacchetto bucherellato in cui inserire tutti i capi delicati di piccola taglia (come mutande, calzini e reggiseni) in modo da tenerli radunati e per far sì che non rimangano impigliati fra loro.
  • Capi delicati: ci sono pezzi del guardaroba che sarebbe meglio non lavare in lavatrice. Il cashmere, la seta, il pizzo ma anche i costumi estivi preservano la loro bellezza se lavati a mano in modo delicato, facendo attenzione a non strizzare il tessuto per non rovinare le fibre. Anche in fase di stesura, la lana – perché non perda la forma – andrebbe solo appoggiata e non lasciata sul manichino.
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6. Sui Jeans

Alcune semplici regole per mantenere i nostri cari “vecchi” jeans in forma smagliante :

  • Sapevate che il denim non andrebbe lavato? Nato come intreccio di cotone nel 17esimo secolo viene da subito impiegato per la realizzazione di abiti da lavoro grazie alla sua incredibile resistenza all’usura. Il nostro approccio moderno al bucato però, logora proprio ciò che rende speciale questo tessuto. Le migliori alternative all’acqua e centrifuga sono due: lasciare esposti i jeans all’aria aperta per una giornata oppure a riposo una notte nel freezer.
  • Se proprio devi lavarli: rovescia sempre i tuoi jeans prima di spedirli nel cesto della lavatrice, così preserverai il colore indaco e il formarsi di zone non omogenee del pigmento.
  • Mantienili al rovescio anche una volta stesi: si asciugheranno più in fretta i sacchi della tasca ed il colore sarà riparato dalla luce diretta del sole.
  • Attenzione all’uso dell’ammorbidente: nei pantaloni moderni, al denim può essere aggiunta una percentuale di elastan, le cui fibre tendono ad allargarsi e rompersi più velocemente quando trattate con questi prodotti.
  • Va de retro, asciugatrice! Una tortura infernale per i jeans, salvali da questo terribile destino. L’aria aperta e la luce del sole sono il mix perfetto per l’asciugatura: prendi i pantaloni per il cinturino, sbattili un paio di volte e adagiali sullo stendino o appendili. Se ti piace avere un’aspetto ordinato puoi stirare il denim senza problemi, ma – ancora una volta – fallo sul rovescio del capo. In sostanza: prima di lavare i tuoi jeans rovesciali e non rigirarli fino a che non saranno pronti per tornare nell’armadio (o indosso a te).
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7. Sulla lana

Lavatrice, se vedemo! Ora, penserai che la questione del non lavare i capi ci stia sfuggendo di mano, ma continua a leggere e ti sveleremo ancora un paio di trucchi. La lana è una delle fibre più antiche, di origine animale e le sue più rinomate qualità sono:

  • igroscopicità, capacità di assorbire umidità es. vapore e sudore
  • termocoibenza, capacità di adattarsi alle temperature esterne trattenendo l’aria al proprio interno
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Il metodo della nonna per un mantenimento glorioso della lana è il seguente: quando ci facciamo una bella doccia calda portiamo i nostri maglioni in bagno con noi appesi su una gruccia così che il vapore acqueo possa venire inglobato dalle sue fibre. Successivamente esponiamo per un tempo moderato all’aria aperta o al sole. Semplice ed efficacissimo.

  • Ok, qualche volta lavatemi: nonostante quello sopra sia un metodo per una resa millenaria della lana, proprio per la sua proprietà igroscopica, la lana necessita anche di essere lavata. Le particelle di sudore che vengono assorbite dalla lana infatti possono essere rimosse completamente solo tramite un lavaggio completo con acqua e detersivo delicato. Per spiegarci meglio, ad ogni metodo di utilizzo corrisponde un diverso tipo di pulizia: se tra la tua pelle ed il tuo maglione preferito ci sono altri capi (es maglie intime, t-shirt, ecc) e la sudorazione è moderata potrai affidarti al metodo della nonna, mentre quando è il sudore ha raggiunto la lana servirà un lavaggio più tradizionale.
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  • Lavare con cura: Nel caso della lana è sempre meglio ricontrollare l’etichetta prima del lavaggio, ma in ogni caso ricorda che lavare a mano è sempre un’ottima idea per la lunga vita delle fibre. La lana necessita di ammollo breve (10 max 15”) in acqua tiepida (non superiore ai 30 gradi) con detersivo per capi delicati. La lana preferisce essere massaggiata piuttosto che sfregata, e strizzata con delicatezza. Importante: nonostante la lana sia una fibra resiliente, cioè in grado di riprendere la propria forma se sottoposta a trazioni, una volta carica di acqua se appesa rischia di sformarsi permanentemente. È bene quindi stendere sempre in piatto i capi bagnati.

Per approfondire:


  1. How Dryers Destroy Clothes: We Delve Into the Research. By Timur Senguen and Ethan Wolff-Mann
  2. Lavatrice e bucato: 5 cose che forse non sai. Fonte Altroconsumo.
  3. Primary microplastics in the oceans

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